Lettera ai giovani scritta da un operatore del 118

Lettera ai giovani scritta da un operatore del 118

Ma noi eravamo stupidi, non lo sapevamo, voi invece lo sapete, per voi è diverso, ed è questo che non riesco a comprendere, mi fa impazzire di rabbia.

Siete colti, avete la tecnologia sempre a portata di mano, finalmente abbiamo capito che fumare e bere porta inesorabilmente alla morte.

Peraltro, in modo atroce eppure vengo a prendervi ubriachi, incoscienti, pieni di vomito, vuoti di dignità.

E i vostri amici, che sono un po’ meno ubriachi di voi, intanto che vi soccorro, mi fumano intorno con l’aria da donne e uomini vissuti, come se nulla di grave fosse accaduto.

Vi porterei con me, almeno una volta, quando inietto la morfina per lenire appena un po’ il dolore.

Perché per i malati di cancro ai polmoni dopo tante piacevoli sigarette o al fegato dopo quelle sbronze in riva al mare mentre cadono le stelle..

o nei locali dove scriteriati vi versano da bere sebbene siate minorenni, non vi è più nulla da fare.

Tra l’altro mentre l’ambulanza del 118 si sta prendendo cura di voi ubriachi perché lo avete voluto.

Qualcuno potrebbe avere un infarto e dover attendere un’ambulanza proveniente da un’altra città, ma questo è un altro problema.

Cambiate, correggete i nostri errori, oltre i vostri, siate voi le stelle, ma senza cadere.

Stanotte (ieri l’altro, ndr) quando, più che le stelle, ho visto voi cadere ubriachi, incoscienti e immersi nel vostro vomito.

Voi che siete le nostre stelle migliori, ho espresso comunque un desiderio.

Esauditelo”.

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