spirito

La parola ebraica usata nell’Antico Testamento per riferirsi all’idea di spirito è ruach , che significa anche “vento” o “respiro”.
Nei testi più antichi, il termine “spirito” è usato per descrivere l’essenza che Dio trasmette agli uomini e, in seguito, è definito come il fattore che rende ognuno di noi un individuo unico.
Fonte consigliata: Italianews
Inoltre, anche secondo l’Antico Testamento, quando moriamo, il nostro spirito ritorna sulla Terra.
Nel Nuovo Testamento, la parola greca che si riferisce alla nozione di spirito è pneuma.
In questo caso, la traduzione è associata all’idea di uno spirito che si rivolge a Dio
– o si allontana da lui! – e viene rilasciato dalla carne dopo la morte.
Quindi, lo “spirito” è quello che ci collega al creatore, ed è attraverso lui che ogni credente mortale può unirsi allo spirito del Signore con il quale diventerà uno.

È grazie allo spirito che abbiamo un’anima, perché è lì che risiedono le nostre emozioni.
In breve, lo spirito è la nostra coscienza – che può essere buona o cattiva – ed è in grado di guidare i nostri atteggiamenti.
Pertanto, fintanto che l’anima è presente in chiunque fintanto che quell’individuo è vivo, lo spirito di una persona può essere eterno.
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